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LA PRIMA ARAGOSTA NON SI SCORDA MAI
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Fu nell’estate del 1970 che il Renato mangiò per la prima volta l’aragosta.
Lui e la Giovanna, noi li chiamavamo e li chiamiamo ancora cosi, “il Renato” e “la Giovanna”, tamé ai tempi du l’uratori, si erano sposati quell’anno, in un caldo sabato di fine luglio, nella chiesa del SS. Redentore, a gésa da Rignarél. Lù el gàveva vintot an, lé vùn da pù.
Per il viaggio di nozze avevano pensato di andare in Sicilia, a visitare prima Palermo, poi Agrigento e la Valle dei Templi, quindi Siracusa e, infine, Taormina, con escursione finale sull’Etna.
Avevano trascorso la domenica successiva alla cerimonia, a casa, a preparare i bagagli e ad ascoltare le raccomandazioni dei genitori:
– Stì ténti, né, che là lascì l’é pién da mafiùsi –
e della zia Silvia: – Ragurdévas da téléfunà tuti i sìr.-
Poi, lunedì pomeriggio, il papà del Renato, ul sciùr Ernesto, li aveva accompagnati, con la sua FIAT millecento de luxe bicolore, alla stazione centrale di Milano, a prendere l’espresso “Conca d’oro”, vagone letto, che in ventiquattrore li avrebbe portati a destinazione.